Una storia di famiglia che si snoda da oltre 100 anni tra i vigneti piemontesi, unendo, con sapiente maestria, le tecniche enologiche della tradizione alle più moderne tecnologie e sperimentazioni, per produrre spumanti, moscati e vermouth apprezzati in tutto il mondo.
CAPITAL scrive di Toso:
La Valle del Belbo, le colline delle Langhe vestite dai filari del Moscato, il clima temperato, un terreno molto fertile: è qui che, oltre 100 anni fa, la famiglia Toso scelse di mettere le radici della propria attività di produzione di vini di qualità. Poco per volta, il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante sono diventati i veri protagonisti della produzione di Casa Toso. Oggi, nell’attuale sede a Cassano Belbo, nel cuneese, la quarta generazione della famiglia guida un’azienda che resta profondamente radicata nella tradizione e contemporaneamente proiettata verso il futuro, forte di una grande esperienza maturata nel tempo e del supporto di una grande squadra fatta di viticoltori, esperti cantinieri e tecnici che seguono tutto il processo di trasformazione dell’uva in vino con estrema esperienza e professionalità. E risultati eccellenti, «Nonostante il 2020 sia stato un anno terribile per il settore vitivinicolo italiano, complice ovviamente la chiusura dell’horeca, abbiamo chiuso il 2020 in leggera crescita rispetto al 2019 (40 milioni di euro) e stiamo affrontando l’anno in corso con molto ottimismo e tanta voglia di ripartire» racconta Gian- franco Toso che, insieme al fratello Pietro e al cugino Massimo, guida oggi l’azienda di famiglia. «Sicuramente una grande spinta arriva dai mercati internazionali: l’export vale circa il 65% circa del nostro fatturato. Siamo presenti in oltre 40 paesi nel mondo, con dati particolarmente interessanti nel Nord Europa e, da qualche anno, anche nei Paesi dell’Est come Russia, Ucraina e Cina, un mercato che sicuramente continueremo a sviluppare, perché molto sensibile allo “stile italiano”, che sia moda, cibo, vino, ristoranti o locali».
TRADIZIONE E INNOVAZIONE: UN BINOMIO VINCENTE
Se tutto il lavoro parte dalla vigna e dalla terra, la tecnologia ha nel tempo agevolato fortemente i processi di produzione, così da ottenere oggi prodotti di alta qualità, oltre che soddisfare le più severe normative della sicurezza alimentare. «In Azienda tutto è meccanizzato. Gli esperti enologici di Casa Toso seguono sul campo tutto il ciclo di vita dell’uva e verificano costantemente che le condizioni in vigna siano le più corrette per ottenere una materia prima di alta qualità. Questo succede sia nelle aziende agricole di nostra proprietà (30 ettari totali) sia nelle vigne dei 130 viticoltori conferenti che ogni anno dopo la vendemmia portano le loro uve nella nostra cantina di Gassano Belbo. Il processo di innovazione è proseguito attraverso diversi step, che stiamo ancor oggi ultimando in base alle recenti normative, Senza dubbio si sta andando verso una sempre maggiore informatizzazione dei cicli produttivi, per tracciare il lavoro ma anche per migliorarne la qualità. Oltre alla linea di produzione che oggi è totalmente robotizzata – basti pensare che abbiamo solo 5 addetti per produrre circa 10mila bottiglie/ora – abbiamo automatizzato anche i magazzini e continueremo su questa strada».
IL RISPETTO DELL’AMBIENTE
L’innovazione va da sempre di pari passo con la sostenibilità, aspetto su cui Toso lavora da tempo e che si focalizza da un lato sulla produzione di energia da fonti rinnovabili per le necessità produttive e, dall’altro, sul totale trattamento dei residui di lavorazione che vengono immessi nell’ambiente. «Da oltre 10 anni abbiamo una caldaia di biomassa legnosa per ottenere il calore necessario in azienda con combustibili vegetali; tre impianti di fotovoltaico che ci garantiscono circa il 40% del fabbisogno energetico e un impianto di depurazione delle acque reflue, Negli ultimi anni abbiamo iniziato anche a recuperare le acque di scarico per utilizzarle, opportunamente depurate, nel ciclo di refrigerazione. Grazie a questa continua ricerca di eco-sostenibilità e di risparmio energetico, Toso ha ottenuto diverse certificazioni dalle rispettive agenzie di controllo e la registrazione EMAS, una certificazione ambientale che poche aziende in Italia possono vantare. A questo si affianca un grande lavoro di educazione ambientale: inseriamo ad esempio sulle etichette un QR code che contiene una serie di informazioni su come smaltire i diversi componenti delle confezioni, un tema su cui c’è ancora molta confusione tra i consumatori».