Top 100 di Forbes delle aziende italiane sostenibili: ecco quelle che si occupano di cibo

La popolare rivista ha dedicato una delle sue celebri classifiche alla sostenibilità: dall’acqua alla pasta, dal vino al cioccolato, alla farina, ecco i marchi che sono stati premiati.

Sostenibilità è una parola, un concetto, un’idea, un obiettivo cui tendere. Ma sostenibilità è anche qualcosa di concreto, è quel mare di azioni che di solito separano il “dire” e il “fare”, quelle che permettono a un’azienda (ma anche a una persona, perché no?) di stare nel mondo senza fare danni. O facendone meno possibile.

Ed è per premiare questa concretezza che l’edizione italiana della rivista Forbes (sì, quella della celebre classifica delle persone più ricche) ha organizzato la prima edizione del Sustainability Award, pubblicando l’elenco delle prime 100 aziende italiane che appunto si distinguono dal punto di vista della sostenibilità. Concretamente e non solo a parole.

Il riconoscimento, promosso dalla banca Credit Suisse e da Kon Group, società di consulenza finanziaria, è “riservato alle imprese italiane che si sono distinte nell’avvio e nell’implementazione di percorsi di sviluppo sostenibile e inclusivo, con l’obiettivo di generare valore per gli azionisti e per la comunità” e “la prima edizione intende dare visibilità agli sforzi delle aziende che hanno saputo integrare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica nelle strategie di business”. Dimostrando che c’è anche un modo buono e gentile di fare impresa, insomma.

Per compilare la Top 100, Credit Suisse e Kon Group, insieme con il dipartimento Altis dell’Università Cattolica e gli esperti di RepRisk, società svizzera specializzata nei rischi ambientali, hanno valutato 350 candidature dal punto di vista delle tematiche ambientali, sociali e di governance, rilevando gli obiettivi e le politiche aziendali, i modelli gestionali e le azioni adottate.

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Oltre il 10% sono aziende alimentari

Scorrendo la lunga lista delle compagnie italiane che ce l’hanno fatta a essere premiate, alcuni concetti emergono chiaramente: tantissime sono concentrate nel Nord-Est, soprattutto in Veneto, soprattutto nelle province di Treviso e Vicenza, e tantissime (ma tante davvero) hanno a che fare con l’edilizia. Ma dentro c’è un po’ di tutto, dai giocattoli di Clementoni alla Juventus, dai tessuti di Fratelli Piacenza, Marzotto e Vitale Barberis Canonico arrivando sino al cibo. Tantissimo cibo, che poi è quello che a noi di Cucchiaio interessa di più.

Le aziende che hanno a che fare con il settore alimentare coprono il 13% della Top 100 e forse sono quelle più numerose dopo quelle legate a costruzioni e arredi. Alcune sono famosissime, altre un po’ meno e altre pressoché sconosciute, perché stanno un po’ dietro le quinte.

Le più note sono senza dubbio Acqua Sant’Anna, Ferrarelle Pastificio Felicetti. Sappiamo perché c’è l’ultima delle tre, perché tempo fa ce l’ha raccontato il suo amministratore delegato: “Mai come adesso è necessario prenderci le nostre responsabilità”, ci aveva detto parlando dell’investimento da oltre 35 milioni di euro fatto per rendere più moderno e sostenibile il nuovo stabilimento produttivo di Molina di Fiemme.

Ma Sant’Anna e Ferrarelle? Sfogliando le pagine online delle due aziende, è facile immaginarlo. Su santanna.it viene ricordato che “a fine 2008 Sant’Anna è il primo marchio al mondo a lanciare nel mass market una bottiglia da 1,5 litri biodegradabile e compostabile” e che la loro “Bio Bottle è l’unica linea di bottiglie compostabili in 4 diversi formati presente in Italia”. Quanto a Ferrarelle, ha un’intera sezione del sito dedicata alla sostenibilità, dove viene messo bene in evidenza il fatto che le bottiglie (per supermercati, bar e ristoranti) sono di plastica riciclabile e che dal 2021 l’azienda è diventata una società benefit, che è una cosa che ha fatto pure Fileni e che in parole semplici significa che agli obiettivi finanziari vengono equiparati a quelli relativi all’impatto ambientale, economico e sociale. Molto probabilmente, questi sono alcuni dei fattori che hanno convinto i giudici del Sustainability Award di Forbes.

E poi? E poi tantissimi produttori di vini, spumanti e alcolici, come Berlucchi, Casoni, Conte Tasca D’Almerita, Toso e Valdo.

Sulla homepage di berlucchi.it, il menù iniziale è composto solo da 4 voci, di cui la seconda è Sostenibilità: si parla del Report di Sostenibilità 2021, di come “dalla Franciacorta prendiamo tutto il meglio, ma sappiamo anche restituire” e di tanti progetti concreti, dalla riforestazione allo spazio creato fra i vigneti per 50 arnie di api impollinatrici, che “sono entrate a fare parte della famiglia”. Un po’ come sono entrate a fare parte della nostra, di famiglia.

Casoni produce liquori da quasi 200 anni e nel tempo ha sviluppato quello che l’azienda di Finale Emilia chiama Spirito Etico: da fine 2010 è dotata di un impianto fotovoltaico da quasi 4500 metri quadrati, il 100% dell’energia usata in fabbrica arriva da fonti rinnovabili e i dipendenti hanno a disposizione una colonna di ricarica per auto elettriche; di più: visto che sostenibilità vuole dire anche attenzione al sociale, sempre nel 2010 l’azienda ha dato vita alla Banda Rulli Frulli, un progetto di musica d’insieme che prevede l’inserimento lavorativo di 5 musicisti portatori di disabilità, dando loro la possibilità di esprimersi e di inserirsi nell’attività lavorativa.

E poi ancora:

  • Conte Tasca d’Almerita, che coltiva quasi 600 ettari di vigneto e vende vini in tutto il mondo, ha dato vita al programma SosTain, che si concretizza anche attraverso un’etichetta che permette al consumatore di sapere che sta facendo un acquisto responsabile, perché “lavoriamo ogni giorno per lasciare ai nostri figli un ambiente migliore del nostro”; 
  • la piemontese Toso si è data un codice etico e ha certificato le pratiche che permettono la produzione di vini all’insegna di 3 parametri, cioè qualità, sicurezza alimentare e rispetto per l’ambiente; 
  • su it.valdo.com, il noto produttore di spumanti di Valdobbiadene ha inserito la voce Sostenibilità sotto il menù Cantina, che per un produttore di vini è forse il posto più prezioso, e ricorda come proprio in quest’anno difficile sia stato installato un enorme pannello fotovoltaico che copre il 70% del fabbisogno aziendale di energia e ha permesso di evitare l’emissione di 113 tonnellate di CO2 e complessivamente di 214 tonnellate di gas serra.

Nella Top 100 di Forbes c’è anche la lombarda Icam, che realizza cioccolatini (il marchio più noto è Vanini), pubblica da anni un suo Bilancio di Sostenibilità e da anni è attenta alla produzione di cacao in modo etico, con alcuni programmi concreti di sostegno dedicati a nazioni in difficoltà come Uganda, Repubblica Dominicana e Perù.

E c’è pure la parmigiana Agugiaro & Figna Molini, impegnata nel settore delle farine, che fornisce ad altre aziende o usa (per esempio) per produrre il pane per la grande distribuzione: sul sito è dedicato grande spazio alle coltivazioni biologiche e c’è anche una sezione per il cosiddetto “whistleblowing”, cioè la possibilità di segnalare in modo anonimo “possibili violazioni o presunte anomalie riscontrate nell’attività aziendale”. Che è un bel gesto di trasparenza che non si vede tutti i giorni, soprattutto in Italia.

Quelli che ci sono, ma non vediamo mai

Poi ci sono quelli che in qualche modo stanno dietro le quinte, della cui opera beneficiamo senza saperlo, senza rendercene conto: è il caso di Cereal Docks, Silvateam e Valagro. Le prime due si occupano (anche, ma non solo) di nutrizione animale, cioè di quello che mangiano gli animali d’allevamento, quelli che poi diventano quello che mangiamo noi: su queste pagine abbiamo già dimostrato più volte quanto sia importante che il foraggio venga prodotto in maniera sostenibile, visto che si parla di quantitativi molto, molto consistenti. E anche quanto sia importante che sia sano, visto che dalla sicurezza (anche alimentare) di questi animali dipende pure la nostra sicurezza (anche sanitaria).

Valagro, infine, ha nel catalogo biostimolanti, micronutrienti e fertilizzanti idrosolubili dedicati all’agricoltura e ai coltivatori e di nuovo è una di quelle aziende che se lavorano bene, noi stiamo bene, anche senza accorgercene. Negli anni ha raccolto numerose certificazioni che confermano l’impegno per la tutela dell’ambiente, pubblica un suo bilancio socio-ambientale e si è data alcuni obiettivi che ricalcano molti di quelli indicati dall’Onu per uno sviluppo sostenibile, dalla tutela di flora e fauna alla lotta contro il cambiamento climatico, all’uso di energie rinnovabili.

Qui c’è la lista completa di tutte le aziende premiate con la speranza, confermata anche dagli organizzatori del Sustainability Award 2021, che sia da ispirazione per la seconda edizione, che “intende ampliare ulteriormente la platea delle imprese cui offrire questa opportunità”.